Trasformazione digitale

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Trasformazione digitale

La trasformazione digitale è un fenomeno in atto da tempo e in via di accelerazione. Questa trasformazione interessa le organizzazioni e le aziende andando a cambiare, spesso in modo radicale, il modo in cui esse operano, creando le condizioni per un cambiamento culturale per sfidare lo status quo e ripensare le vecchie procedure.

Il valore potenziale ottenibile dalla trasformazione digitale è enorme. L’Unione Europea ha stimato che, entro il 2030, il contributo cumulativo aggiuntivo del PIL delle nuove tecnologie digitali potrebbe ammontare a 2,2 trilioni di euro nell’UE, che corrisponde ad un aumento del 14,1% dal 2017. Per conseguire tale valore sarà necessario aumentare il livello di investimento nelle tecnologie digitali e nelle competenze digitali, andando oltre le potenzialità di investimento del solo settore privato.

Le risorse per gestire questo cambiamento non mancheranno. Consiglio e Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo su Digital Europe, il nuovo programma di finanziamento interamente dedicato alla trasformazione digitale per il periodo 2021-2027. Il programma Digital Europe ha l’obiettivo di accrescere e massimizzare i vantaggi della trasformazione digitale per tutti i cittadini, le pubbliche amministrazioni e le imprese UE e affiancherà gli strumenti previsti dal piano NextGenerationEu.

Con un valore di 7,5 miliardi di euro, il programma fornirà finanziamenti per progetti in aree cruciali quali Calcolo ad alte prestazioni, Intelligenza artificiale, Cybersicurezza, Competenze digitali avanzate, Implementazione, impiego ottimale della capacità digitale e interoperabilità.

Per sfruttare le opportunità di sviluppo offerte dal programma Digital Europe e dal piano NextGenerationEU l’Italia dovrà dotarsi di un approccio strategico per la gestione degli investimenti e dovrà essere capace di mettere in campo le riforme necessarie per garantire l’utilizzo delle innovazioni derivanti dal digitale. Gli investimenti che potremo essere in grado di effettuare tramite le risorse di NextGenerationEU dovranno avere una valenza strategica e non dovranno essere rivolti a garantire solo la ripartenza della nostra economia dopo la crisi derivata dalla pandemia tuttora in corso.

L’Italia, nonostante la crisi in cui si trova da anni, resta un paese di innovatori che nei secoli ha saputo ripensare la sua struttura economica e, in particolare, la sua industria che costituisce tuttora la seconda in Europa per fatturato. Con investimenti di tipo strategico nelle aree dell’innovazione e della trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione e dei settori privati, l’Italia può essere in grado di reinventarsi ancora una volta e decidere il proprio futuro.

La pandemia in corso ha dimostrato quanto siamo dipendenti dalle tecnologie digitali. Ad inizio 2020, prima della pandemia, le aziende italiane risultavano essere meno digitali  rispetto alla media europea. Le necessità imposte dalla pandemia hanno obbligato molte aziende private e la stessa Pubblica Amministrazione ad accelerare sul percorso della trasformazione digitale, introducendo innovazioni di processo e di procedure per essere in grado di adattarsi e reagire alla situazione contingente e imprevista.

L’utilizzo di modalità di lavoro in smart working, l’utilizzo di tecnologie cloud per la gestione dei processi online (inclusi i processi di vendita), hanno in moltissimi casi sostituito o affiancato le modalità di lavoro precedentemente utilizzate. Questo cambiamento ha interessato non solo realtà economiche di rilievo nazionale, ma anche piccole e micro-aziende. Il rapido avvio e la diffusione della didattica a distanza sono un esempio di inizio importante di cambiamento per la stessa Pubblica Amministrazione. Proseguire in modo strutturale su questa strada necessita di investimenti sulla formazione delle competenze digitali (reskilling e upskilling).

Una rete internet ad alta velocità e accessibile da tutto il territorio è quindi diventato fondamentale per gestire qualsiasi tipo di attività. Con l’adozione diffusa di smart working e didattica a distanza l’Italia ha già dimostrato la capacità di riuscire a superare rapidamente le inerzie e i vincoli esistenti. Riforme come quella del decreto del 23 febbraio 2020 a favore dello smart working hanno mostrato come, per garantire una spinta alla digitalizzazione delle organizzazioni, sia essenziale la capacità legislativa del governo di recepire le necessità di modernizzazione. Nello scenario imprevisto e critico creato dal Covid, le organizzazioni che si erano già dotate di conoscenze digitali, tecnologie e capacità di innovazione dei processi hanno mostrato di saper sopravvivere e anche ottenere risultati di rilievo rispetto al passato.

Secondo un recente studio, in Italia l’81% dei decision maker aziendali sta già pensando a come reinventare il proprio modello di business per restare competitivi e qiesto ci mette in prima linea rispetto ad altre nazioni europee (media 71,9%), con la Germania che si attesta sul 60% dei decision maker impegnati in tale ambito e la Francia con il 73,7%.

Tuttavia questo enorme cambiamento, già in atto, dovrà essere strutturato ben oltre i vincoli della pandemia.

Un aspetto fondamentale di questa trasformazione avrà al centro l’utilizzo dei dati. L’utilizzo dei dati e la regolamentazione nell’uso dei dati saranno fattori determinanti per il successo delle iniziative di trasformazione digitale. A tali fattori si aggiungeranno quelli necessari per garantire la sovranità tecnologica digitale e la sicurezza informatica in ambito nazionale, europeo e globale. L’Italia, come tutti gli altri paesi europei, dipende attualmente da risorse tecnologiche sviluppate e controllate dall’estero. Tali risorse sono essenziali per una parte significativa della sua economia digitale. Poiché tutti i settori stanno per essere radicalmente rimodellati dalla combinazione di connettività e dati, e poiché la tecnologia digitale è al centro di questa trasformazione, la UE sta prevedendo importanti iniziative per ridurre la dipendenza da tecnologie straniere e per questo sta adottando misure per aumentare il suo sostegno ai fattori chiave dell’economia digitale.

Per l’UE il tema della cyber-security costituisce una priorità assoluta e orienterà importanti  investimenti per il rafforzamento delle infrastrutture critiche, per la creazione di un sistema di certificazione UE per la sicurezza informatica e per l’utilizzo di tecnologie di crittografia e di difesa informatica. In questo ambito in Italia abbiamo già importanti eccellenze aziendali che avranno l’opportunità di sviluppare la propria importanza strategica a livello europeo ma, al tempo stesso, vanno affrontate criticità del nostro tessuto economico composto da molte piccole e micro aziende meno pronte a gestire i temi della sicurezza e impossibilitate da sole ad affrontare ingenti investimenti sul digitale.

Il nostro Paese dovrà pertanto dotarsi di una strategia che tenga conto di questo forte impulso a livello europeo per poter offrire alle nostre aziende importanti opportunità di sviluppo, in ambito europeo e globale, e per garantire al tessuto economico complessivo le risorse per adeguare le proprie strutture e i propri processi.