lotta alla pandemia De Falco

De Falco: “Lotta alla pandemia è priorità”

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De Falco: “La lotta alla pandemia è la vera priorità dell’azione di governo”

Trascrizione dell’intervento del Senatore Gregorio De Falco (EUROPEISTI – Maie – CD)

Signor Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi, ora che la crisi di Governo si è risolta, è necessario riprendere con vigore l’azione di contrasto al SARS-Cov2 lì da dove eravamo rimasti, tenendo debitamente conto nel frattempo delle drammatiche parole pronunciate dal Presidente della Repubblica nella sua funzione di Capo dello Stato, quando si rivolse agli italiani indicando l’ordine delle priorità: contrasto alla diffusione della pandemia, piano vaccinale, ripresa economica, misure di sostegno per le categorie più esposte e colpite.

In questo senso, come lei sa, signor Ministro, si muoveva la risoluzione del 13 gennaio, approvata da questa Camera e successivamente corredata da apposita relazione tecnico-illustrativa che le inviai. Tale risoluzione impegna il Governo a favorire la creazione e la diffusione di test point quali infrastrutture logistiche epidemiologiche sussidiarie, anche con l’impiego del volontariato, favorito dalla sburocratizzazione delle procedure necessarie, sia per l’occupazione dei suoli, sia per far sì che ogni medico possa assumersi la responsabilità di un presidio diagnostico ed epidemiologico. Impegna inoltre il Governo a controllare ed eventualmente a intervenire per abbassare il prezzo dei tamponi su tutto il territorio nazionale, per evitare che il costo degli stessi continui – accade purtroppo ancora oggi, signor Ministro – a creare una violazione dell’articolo 32 della Costituzione e a determinare una differenziazione tra chi si può permettere il tampone, quindi il costo della diagnosi sul proprio stato di salute, e chi non se lo può permettere. Resta il fatto che per le famiglie numerose diventa comunque un salasso economico.

Diversamente non si riuscirà a rallentare la velocità di diffusione del contagio, con pregiudizio diretto sulla salute pubblica e conseguenze gravi sulla tenuta economica e sociale del Paese. Dobbiamo tener presente sempre il rapporto tra causa ed effetto e mai invertire questi due elementi.

Occorre agire ancora, anche mediante campagne di prevenzione primaria, al fine di rendere il tampone un’abitudine sociale immediatamente e facilmente accessibile, anche in via estemporanea, senza necessità di prenotazione o di burocrazie, con iniziative il più possibile diffuse nelle piazze di tutto Paese, fermo restando che tutti i dati devono poi affluire ed essere fruibili per le strutture pubbliche e per il Ministero della salute.

Esorto quindi il Governo a onorare rapidamente gli impegni, dimostrando con azioni concrete di saper contrastare efficacemente la pandemia, dispiegando ogni capacità organizzativa e ogni risorsa, oltre che basandosi sul distanziamento e sui dispositivi di protezione individuale. In altre parole va chiarito che, per quanto riguarda il monitoraggio, non si tratta soltanto di una questione quantitativa, signor Ministro, poiché l’efficacia della campagna passa attraverso l’immediata accessibilità dei tamponi, la sburocratizzazione e i bassi costi.

Ancora una piccolissima notazione sul cosiddetto sequenziamento. L’evoluzione strategica più favorevole al virus SARS-Cov-2 ne vira la traiettoria evolutiva verso la massima diffusione quale strategia di carattere opportunistico e non verso un decorso clinico grave: in realtà il virus evolve acquistando sempre maggiore capacità di diffusione, non già sempre maggiore letalità.

A dicembre erano già 4.000 le varianti: seguire l’evoluzione del virus e capire come muta è fondamentale, anche se in Italia stiamo facendo davvero poco e quello che si sta realizzando si basa su episodiche iniziative di vari laboratori, scollegati tra loro. Mi pare quindi chiaro, signor Ministro, che occorra un coordinamento nazionale a riguardo.

Quanto ai vaccini – è stato detto e ripetuto – occorre rilanciare, forse è meglio dire “rifasare” la campagna vaccinale, che sconta difficoltà di approvvigionamento a causa di una contrattazione inadeguata con le case produttrici. Un terzo dei 27 Paesi ha registrato forniture insufficienti e i ritardi non solo impattano sulle pianificazioni delle campagne vaccinali, ma rischiano di minare l’efficacia complessiva del piano.

Ricordiamo che gli ingenti fondi pubblici hanno spinto fortemente la ricerca: sono stati investiti oltre 90 miliardi di dollari di fondi pubblici nella ricerca. Incidentalmente non è irrilevante notare che a metà agosto, per esempio, la società CureVac ha visto i propri titoli aumentare di un valore pari al 400 per cento in due giorni. È quindi incomprensibile, secondo me, che i Governi occidentali non abbiano negoziato limitazioni commerciali e flessibilità di tempo e prezzo, né posto clausole di trasparenza, né fissato le condizioni di accesso al vaccino secondo criteri di salute pubblica, anche oltre i singoli Paesi occidentali.

Spero che anche nell’ambito del Consiglio europeo informale che si terrà, il Governo faccia pressione affinché la Commissione europea, sulla base della situazione di pandemia e della conseguente necessità di salute pubblica, sostenga la deroga ai diritti di proprietà intellettuale, come previsto dalle normative dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC), al fine di liberare la conoscenza scientifica prodotta anche con ingenti fondi pubblici. Da cittadino italiano, mi aspetto che il Governo sappia onorare anche questo impegno e, se necessario, sia in grado di prendere anche altre misure politicamente coraggiose, che qualora richiedano ulteriori sacrifici alla popolazione – laddove, come sembra, possano essere inevitabili anche al fine di contrastare la nuova ondata sospinta dalle varianti – contemplino comunque efficaci sistemi di sostentamento.

Non c’è chi non veda, allora, che tagliare la catena di diffusione del virus impone di agire al contempo attraverso l’uso di vaccini e di monitoraggio. Al fine di operare con efficacia, è però necessario preventivamente abbassare la velocità di diffusione del virus per individuare focolai e cluster su cui intervenire. È chiaro, a mio parere, che in un ambito come questo non ha alcun senso richiamare adeguatezza e proporzionalità, cioè caratteri e criteri appropriati agli atti giuridico-amministrativi, non a fatti operativi.

Signor Ministro, ho dato un’occhiata alla bozza predisposta della risoluzione. Personalmente, per quanto condivida altri aspetti e confermi la fiducia al Governo e a lei, signor Ministro, in particolare, non mi trovo d’accordo con la risoluzione predisposta. Non possono essere criteri operativi, bisogna agire con ogni mezzo per ottenere il risultato.

 


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