NUTRINFORM BATTERY, LA PROPOSTA ITALIANA PER L’EUROPA”
Palazzo Madama – Sala Nassirya – 24 marzo 2021, ore 10
Su iniziativa degli EUROPEISTI del Senato

“Bisogna diffondere la consapevolezza che la battaglia sull’etichettatura alimentare va combattuta ora”.
Lo ha detto il senatore Raffaele Fantetti, presidente del gruppo EUROPEISTI, aprendo i lavori dell’evento “Nutrinform battery, la proposta italiana per l’Europa”, svoltosi questa mattina nella Sala Nassirya di Palazzo Madama.
Gli ha fatto eco l’ex ministro per le Politiche agricole e attuale europarlamentare Paolo De Castro: “La proposta del programma “Nutriscore”, avanzata dalla Francia, non fornisce informazioni quantitative ma si limita a dare pagelle, mentre noi dobbiamo dare informazioni al consumatore.
Quella strategia non informa, ma condiziona” – ha detto il membro del Parlamento Europeo – quel piano ha delle caratteristiche pericolose per le produzioni italiane di qualità (formaggi, salumi, miele) e trova favorevoli soprattutto le grandi catene di distribuzione, perché fornisce loro uno straordinario strumento per poter fare un’azione di promozione basata sui “colori” e sulla marca.
E’ sempre la quantità a fare la differenza perché se mangio una quantità moderata di formaggio e di prosciutto questo fa bene alla varietà dell’alimentazione e, di conseguenza, della salute“.
Il senatore Fantetti ha ribadito che “l’Italia ha impostato la sua proposta di schema nutrizionale sul principio di fornire informazioni al consumatore, per fornire diete bilanciate. Ecco, noi Europeisti rilanciamo l’alleanza fra i difensori dell’eccellenza agroalimentare italiana per l’adozione del sistema di etichettatura nutrizionale “Nutrinform battery”, alternativo al sistema franco-tedesco “Nutriscore”. Il principio è che non esistono cibi sani in quanto tale, ma solo stili di vita sani, frutto di diete bilanciate che non escludono alcun alimento ma puntano su principi di varietà e moderazione e su comportamenti attenti alla salute”.
Il senatore Saverio De Bonis, componente della commissione Agricoltura ha sottolineato che “la strategia del “Farm to fork” dovrebbe rivoluzionare gli stili del consumo, è indispensabile un confronto sul tema dell’etichettatura. La proposta italiana va sicuramente in una direzione più corretta rispetto al criterio discutibile introdotto nel dibattito dalla proposta francese e tedesca”. Secondo il parlamentare “il criterio dei colori è troppo riduttivo e semplicistico. Di fatto risulta più un’induzione al consumo, una strategia di marketing che una vera informazione nutrizionale su base scientifica. Nessun cibo è buono o cattivo per sé ma va valutato in base al suo apporto quotidiano delle varie componenti (energia, sali, zuccheri, proteine) e deve essere dimensionato anche nell’ambito dell’intera dieta quotidiana del consumatore. Una buona cultura alimentare si basa su educazione e scelte consapevoli dei consumatori, per una dieta varia che non escluda alcun alimento e non demonizzi a priori prodotti che fanno parte della dieta mediterranea, dichiarata patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Tuteliamo i prodotti con denominazioni protette, indicazioni geografiche e certificazioni di qualità, in virtù di ingredienti e nutrienti non modificabili, ricordando che le etichette nutrizionali non sono l’unico strumento per attuare diete bilanciate“.
La professoressa Giuseppina Marilia Tantillo, dell’Università degli studi di Bari, ha posto l’accento sui limiti del programma Nutriscore: “Ha una grafica intuitiva ma quando indica un alimento col rosso sembra addirittura nocivo e questa è una interpretazione errata. Invece il nostro programma valuta l’incidenza del cibo all’interno di una dieta – ha sottolineato – ecco perché sono a favore di una descrizione della qualità e della quantità ideale che il consumatore dovrebbe assumere, anche se è necessario comunicare adeguatamente il significato e l’obiettivo di questa etichettatura. La proposta italiana può aiutare a ottenere una più accurata prevenzione delle cosiddette “malattie occidentali” e può incidere positivamente sulla nostra economia“.
Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, ha parlato di “Nutriscore” come di un piano che penalizza la dieta mediterranea, che è tra le più salutari al mondo, come sancito a livello scientifico, a favore invece della standardizzazione di un regime alimentare globale: “L’Italia porta avanti una battaglia di valore e identità condivisa con alcuni Paesi europei, a favore di quegli alimenti che sono l’eredità e il prodotto di una lunga tradizione enogastronomica – ha detto – se un cibo di laboratorio rischia il semaforo rosso, basta che si modifichino a tavolino gli ingredienti e il gioco è fatto. Ecco perché la proposta franco-tedesca premia i laboratori e non i campi agricoli. Brandiscono un algoritmo che classifica gli alimenti in base a zuccheri, grassi e sale. Un sistema che gratifica cibi modificati con ingredienti di origine sintetica e penalizza quelli frutto di cultura, microclima e territorio. Siamo convinti che il governo italiano darà continuità alle iniziative politiche e diplomatiche per contrastare il “Nutriscore” e sostenere la proposta del “Nutrinform Battery”, che fornisce una più corretta informazione ai consumatori”.
Alessandro Belluzzo, presidente dalla Camera di commercio italiana nel Regno Unito, ha riferito di come il governo inglese abbia già varato misure che paiono altamente penalizzanti per l’economia agroalimentare italiana: “Il Covid19 ha indotto il governo britannico a varare nuove misure per favorire l’obesità, fattore di rischio di aggravamento della malattia. Queste misure contrastano il consumo di prodotti “High fat sugar salt”, vietando promozioni come il 3X2, la pubblicità in tv in alcune fasce orare, fino a ipotizzare di rendere obbligatorie le etichette a semaforo, a oggi presenti sul 60% delle merceologie. Prodotti come l’olio d’oliva e il parmigiano stanno ricevendo questo bollino rosso ed esiste il rischio concreto di privilegiare prodotti con ingredienti artificiali”.
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