BRUXELLES\ aise\ – Il Parlamento Europeo è pronto a negoziare con il Consiglio la creazione di un fondo per aiutare i Paesi UE a contrastare le conseguenze negative del recesso del Regno Unito.
L’europarlamento ha adottato dunque, oggi, 9 giugno, la sua posizione negoziale sulla riserva di adeguamento alla Brexit da 5 miliardi di euro (ai prezzi 2018 e 5,4 miliardi di euro ai prezzi correnti). I negoziati con gli Stati membri UE sono quindi iniziati oggi, con l’obiettivo per i deputati di raggiungere un accordo politico entro il 17 giugno.
I punti principali del mandato negoziale del Parlamento sono: un fondo di prefinanziamento di 4 miliardi di euro, erogato in due rate uguali nel 2021 e nel 2022, con il restante miliardo di euro pagato nel 2025; un periodo di ammissibilità, che coprirà i costi sostenuti dal 1° luglio 2019 al 31 dicembre 2023 per prepararsi agli effetti negativi e preventivati della Brexit; un metodo di assegnazione basato su tre fattori: l’importanza del commercio con il Regno Unito, l’importanza della pesca nella zona economica esclusiva del Regno Unito e la popolazione che vive nelle regioni marittime confinanti con il Regno Unito; un’attenzione a piccole e medie imprese, lavoratori autonomi, alla creazione di posti di lavoro e la reintegrazione dei cittadini europei di ritorno dal Regno Unito; l’esclusione dei settori finanziari e bancari dal sostegno; il 7% della dotazione nazionale destinato alla piccola pesca e alle comunità locali dipendenti dalle attività di pesca nelle acque del Regno Unito (per i paesi interessati).
Il relatore Pascal Arimont (PPE, BE), che guiderà il team negoziale del Parlamento, ha commentato: “Abbiamo fatto tutto il possibile per garantire che questa assistenza, di cui c’è urgente bisogno, possa essere fornita celermente e senza ritardi burocratici. In questo contesto, per noi sono importanti criteri chiari e comprensibili, perché questo è l’unico modo per garantire che i finanziamenti vadano dove sono effettivamente necessari. Con un mandato forte, possiamo ora avviare i negoziati con gli Stati membri, che vogliamo concludere prima della fine dell’attuale Presidenza del Consiglio”. (aise)
