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UE: migrazioni e prospettive di sviluppo

Focus su Migrazioni nell’intervento del sen. Fantetti oggi a seguito delle Comunicazioni del Premier Draghi in vista del Consiglio Europeo straordinario del 24-25 Giugno.

FANTETTI: “Sia nella dimensione esterna che in quella interna la UE è chiamata a far meglio nella gestione dei flussi immigratori. Oltre che soldi, dobbiamo offrire prospettive di sviluppo economico, sociale e culturale.”

Il video integrale dell’intervento in aula

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Il testo dell’intervento in aula

Signor Presidente, svolgerò un intervento di pochi minuti per noi Europeisti, non più Gruppo parlamentare, ma subcomponente importante della componente Cambiamo del Gruppo Misto. Siamo confortati peraltro dal fatto che rispetto a pochi mesi fa, quando abbiamo iniziato ad agire politicamente, sono quasi tutti diventati europeisti e quindi forse abbiamo seminato bene, forse qualcuno è rimasto convinto delle argomentazioni che abbiamo sempre posto davanti alla nostra azione politica e cioè che il campo da gioco per l’Italia è quello europeo e non vale la pena di sprecare tempo e forze in campi secondari e provinciali.

Non c’è tempo per approfondire i temi economici; prendiamo come auspicio le sue rassicurazioni sul rialzo dell’inflazione core nelle macro aree europee e americane, come un rischio non impattante sulla sostenibilità del debito pubblico italiano, che continua a crescere, così come sul Patto di stabilità e crescita che, perlomeno fino al 2023, nella forma precedente non sarà rimesso.

Mi concentro invece sul tema delle emigrazioni nella duplice veste di immigrazioni ed emigrazioni. Le immigrazioni hanno una dimensione esterna sulla quale l’Unione europea sta agendo bene e stanziato tante risorse economiche. Tuttavia, da europeisti convinti, crediamo che l’Unione europea, essendo un soft power importante, non possa limitarsi a mettere dei soldi sul tavolo, ma debba offrire qualcosa di più.

Alla sponda Sud del Mediterraneo – da Israele alla Turchia, dall’Egitto al Marocco, dall’Algeria al Libano e alla Tunisia (comprese, per quanto possibile, Libia e Siria) – noi dobbiamo poter offrire qualcosa di più. Penso, per esempio, all’unione doganale, in quanto siamo la zona di libero scambio commerciale più importante del pianeta. Dobbiamo poter offrire uno sviluppo green. È uscito un importante rapporto economico dell’European forum sulla possibilità di dirigere la svolta green anche in questi Paesi. Dobbiamo poter offrire sviluppo culturale e democratico, senza naturalmente rinnegare i nostri valori principali.

Penso alla proposta di qualche anno fa di rinvigorire la politica euro-mediterranea, nel senso – per esempio – di istituire una banca multilaterale regionale (la famosa banca per il Mediterraneo), essendo stati un successo il FEMIP e l’operatività della BERS. Tuttavia, si può ancora fare meglio.

Per quanto riguarda la dimensione interna, abbiamo letto il draft del comunicato finale del Consiglio europeo. Non riteniamo sufficiente il rinvio all’autunno 2021 della presentazione, richiesta alla Commissione europea, da parte del Consiglio di piani di azione per la gestione. Capiamo benissimo le condizionalità politiche di Germania e Francia su questo tema, ma per noi la crisi è ad horas e quindi non possiamo certamente aspettare. Almeno da un punto vista volontario, tra i Paesi rivieraschi (Francia, Malta, Cipro e Grecia), l’impegno del Governo italiano dovrebbe essere nel senso di ottenere qualche cosa prima dell’autunno.

C’è tra l’altro la possibilità di utilizzare la Conferenza sul futuro dell’Europa, che è partita adesso e di cui noi europeisti siamo stati i primi a parlare in Italia il 10 marzo, quando sono stati firmati a Bruxelles i trattati istitutivi, per inserire il principio dell’eventuale modifica dei trattati. A noi interessa modificare il Trattato di Dublino e dobbiamo essere audaci. Presidente Draghi, alla Camera lei ha detto: chi avrebbe pensato, qualche mese fa, che si sarebbe arrivati al debito comune. Noi possiamo essere così audaci da pensare che la Conferenza sul futuro dell’Europa sia un esercizio utile per arrivare alle modifiche dei trattati.

Da ultimo, mi soffermo sul tema dell’emigrazione italiana. Grazie per aver accennato all’importante comunità italiana in Germania e Spagna nei suoi viaggi. L’Unione europea dovrà negoziare nuovi accordi con il Regno Unito e la Svizzera. In questi Paesi ci sono 1,6 milioni di italiani. Lei è l’unico rappresentante di Governo che rappresenta 3,5 milioni di cittadini all’interno dell’Unione europea. Deve essere fiero di ciò e ci raccomandiamo a lei per l’attenzione che questa platea merita.