ROMA\ aise\ – Partendo proprio dall’impulso del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, l’”EU-Balkan Youth Forum” è nato dalla collaborazione tra il Regional Cooperation Council di Sarajevo, il Regional Youth Cooperation Office di Tirana, il CeSPI di Roma e l’Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa di Trento, ed è stato animato da numerosi incontri con ospiti e policy makers europei e dei singoli stati, come ricorda nel video di conclusione dei lavori Nicola Minasi, coordinatore del Forum per il MAECI ed ex ambasciatore italiano in Bosnia Erzegovina.
Durante lo svolgimento dei lavori, incentrati sul grande quesito “Cos’è l’Europa?”, i giovani partecipanti europei hanno discusso dei temi che li accomunano con un approccio partecipativo, contribuendo alla creazione di una rete transnazionale di respiro europeo, con l’obiettivo di facilitare l’integrazione dei Balcani occidentali nella nuova UE che si immaginano per il loro futuro.
Hanno lavorato divisi in 5 gruppi di lavoro: 1 – La nuova Ue tra cooperazione governativa e democrazia dal basso; 2 – Uniti nella diversità, oltre le guerre passate; 3 – Un continente, un ambiente; 4 – Un mercato, tante sfide; 5 – Tante società, uno spazio virtuale.
“Nel mio gruppo ci siamo occupati di tre principali problemi dei Balcani occidentali. Ovvero il fenomeno della fuga dei cervelli, la questione ambientale e l’influenza di terze parti e potenze esterne nei paesi dei Balcani”, spiega Renis Meta, che ha partecipato ai lavori del primo gruppo.
Temi caldi, come quelli affrontati dal Gruppo 2 coordinato da Emina Sirucic, giunta dall’Olanda: “abbiamo parlato di come i Balcani possono raggiungere una forma di riconciliazione nell’ambito del loro processo di integrazione europea. Quindi sulla creazione di unità, collaborazione e su come mettere in contatto i giovani dei Balcani occidentali con l’Europa, ma anche tra di loro”.
Nicola Minasi sottolinea come tutti i gruppi siano stati molto efficaci e rispetto al gruppo dedicato a identità e riconciliazione, sia stata molto toccante la decisione presa di comune accordo da tutti i partecipanti: “hanno deciso di avere due portavoce anziché uno: uno dalla Bosnia Erzegovina e uno dalla Serbia, a simboleggiare la necessità di riconciliazione nella regione come pre-requisito per l’allargamento dell’Ue”.
Le conclusioni del forum saranno presentate sulla piattaforma recentemente creata dall’UE per la Conferenza sul futuro dell’Europa che è “in pieno svolgimento”, come dichiarato dalla vicepresidente della Commissione Europea Dubravka Šuica.
La sintesi dei lavori è disponibile qui. (aise)