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L’UE la condivisione dei dati

ROMA – focus/ aise – Il Parlamento europeo e gli Stati membri dell’UE hanno raggiunto il 30 novembre un accordo politico sulla governance europea dei dati. I negoziati di trilogo hanno quindi aperto la strada all’approvazione finale del testo giuridico da parte del Parlamento europeo e del Consiglio.
Soddisfatta la Commissione europea che, attraverso Margrethe Vestager, Vicepresidente esecutiva per Un’Europa pronta per l’era digitale, ha definito il regolamento “il primo passo verso la costruzione di un’economia, solida ed equa, basata sui dati. Si tratta di predisporre le giuste condizioni per una condivisione dei dati affidabile, in linea con i nostri valori europei e i nostri diritti fondamentali. Stiamo creando un ambiente sicuro in cui i dati possano essere condivisi tra settori e Stati membri, a beneficio della società e dell’economia”.
Secondo il Commissario per il Mercato interno, Thierry Breton, grazie all’accordo sull’atto sulla governance dei dati “stiamo definendo un approccio comune alla condivisione dei dati, ossia il modello europeo. Agevoliamo il flusso di una mole crescente di dati industriali tra settori e Stati membri per aiutare l’Europa ad affermarsi come continente leader in materia di dati. Lo facciamo creando un clima di fiducia, in modo da assicurare alle persone e alle imprese che producono dati un ruolo guida e il controllo dei dati prodotti: in sostanza un mercato unico europeo dei dati, aperto ma al tempo stesso sovrano”.
L’atto sulla governance dei dati, proposto nel novembre 2020, getterà le basi per una nuova governance europea dei dati conforme alle norme UE, comprese le norme sulla protezione dei dati personali (GDPR), sulla protezione dei consumatori e sulla concorrenza. Questo regolamento permetterà di disporre di una maggior quantità di dati, che potranno essere scambiati tra i diversi settori e in tutti gli Stati membri dell’UE. Aumenterà inoltre la condivisione dei dati e lo sviluppo di spazi comuni europei dei dati in settori quali l’industria manifatturiera, il patrimonio culturale e la sanità, come annunciato nella strategia europea per i dati.
PROSSIME TAPPE
L’accordo politico raggiunto dal Parlamento europeo, dal Consiglio e dalla Commissione deve ora essere formalmente approvato dal Parlamento europeo e dal Consiglio.
La Commissione proporrà a breve anche una seconda iniziativa legislativa di rilievo, la legge sui dati, per massimizzare il valore dei dati per l’economia e la società. Lo scopo della legge sui dati è promuovere la condivisione dei dati tra le imprese e tra le imprese e i governi. Tra il 3 giugno e il 3 settembre 2021 si è svolta una consultazione pubblica aperta, i cui risultati saranno pubblicati nei prossimi giorni.
Oltre a queste due iniziative complementari, la Commissione svilupperà e finanzierà ulteriormente gli spazi europei di dati per mettere in comune i dati in settori strategici chiave e in settori di interesse pubblico come la sanità, l’agricoltura e l’industria manifatturiera.
IL REGOLAMENTO SULLA GOVERNANCE DEI DATI
La proposta relativa a un regolamento sulla governance dei dati, presentata il 25 novembre 2020, è la prima iniziativa legislativa adottata nell’ambito della strategia europea per i dati.
Il regolamento comprende: misure volte ad aumentare la fiducia nella condivisione dei dati, poiché la mancanza di fiducia rappresenta attualmente uno degli ostacoli principali e si traduce in costi elevati; nuove norme dell’UE in materia di neutralità per consentire ai nuovi intermediari di dati di diventare organizzatori affidabili della condivisione dei dati; misure volte a favorire il riutilizzo di alcuni dati detenuti dal settore pubblico. Il riutilizzo, a condizioni chiare, dei dati sanitari potrebbe, ad esempio, far progredire la ricerca di cure per le malattie rare o croniche; soluzioni per dare agli europei il controllo sull’uso dei dati che generano, rendendo più facile e sicura per le aziende e i singoli cittadini la messa a disposizione dei loro dati su base volontaria per il bene comune a condizioni chiare.
La Commissione europea ha poi varato un nuovo sistema doganale di gestione dei rischi (CRMS2) per rafforzare i controlli doganali dell’UE e proteggere i cittadini e le imprese dell’Unione, nonché gli interessi finanziari di quest’ultima. Il nuovo sistema, che entrerà ufficialmente in funzione il 1º gennaio 2022, facilita lo scambio in tempo reale di informazioni sui rischi tra le amministrazioni doganali.
Il ventaglio dei possibili rischi oggetto del sistema è ampio e comprende ad esempio i rischi per la sicurezza connessi agli esplosivi, i rischi per la sicurezza relativi a salute e ambiente, la sicurezza dei prodotti, i rischi finanziari e commerciali, inclusi i diritti di proprietà intellettuale e i controlli sul denaro contante. Lo scambio di informazioni si è rivelato particolarmente utile durante la pandemia di COVID-19, che ha richiesto che grandi quantità di prodotti medicali venissero rapidamente controllate e sdoganate per l’uso.
“Questo nuovo sistema apporterà enormi vantaggi alle autorità doganali europee – ha spiegato Paolo Gentiloni, Commissario per l’Economia -. Quando merci pericolose verranno fermate in un punto della frontiera esterna dell’UE, l’informazione sarà immediatamente condivisa tra gli uffici doganali di tutta l’Unione. Il nuovo sistema doganale di gestione dei rischi darà un enorme impulso alla lotta contro le frodi e agli sforzi per garantire la sicurezza dei cittadini”.
Il sistema doganale di gestione dei rischi mette in collegamento le autorità doganali dei 27 Stati membri dell’UE e, ad esempio, della Norvegia. Sono compresi tutti i porti internazionali, gli aeroporti, i principali valichi di frontiera terrestri e tutti i centri nazionali di analisi dei rischi. In totale, circa 900 uffici doganali e centri nazionali e 6 500 funzionari doganali ed esperti in materia di rischi sono collegati al sistema, che riguarda la frontiera esterna dell’UE nella sua interezza. (focus\ aise)